Dopo la presa del potere nel 1922 e soprattutto con le Leggi fascistissime del 1926, Benito Mussolini e i suoi gerarchi stavano compiendo un’opera di normalizzazione del fascismo mediante tutti gli apparati pubblici e le molteplici forme di propaganda di cui disponeva il regime. L’imposizione del partito unico, l’eliminazione delle libertà politiche, della libera organizzazione sindacale, della libertà di stampa, delle libertà personali erano realizzate con un apparato di polizia e con forme di controllo, di intimidazione e di repressione violenta capillarmente presenti. Gli oppositori erano stati costretti alla clandestinità e alla fuga all’estero. Parigi era diventata la capitale degli esuli antifascisti che organizzavano la lotta contro la dittatura totalitaria. Qui un importante movimento, Giustizia e libertà, era stato fondato da Carlo Rosselli (1899-1937) una personalità di grande rilievo politico e culturale, di ricca famiglia, teorico del socialismo liberale, che aveva investito la sua sostanza nella lotta antifascista e morirà assassinato in Francia, assieme al fratello Nello, per ordine dei vertici del Fascismo nel 1937.
Il giovane maestro elementare di Aosta Giovanni Bassanesi (1905-1947), liberale, esule a Parigi, propose a Carlo Rosselli un’azione che, se fosse riuscita, sarebbe stata di grande visibilità ed efficacia: un volo su Milano con volantinaggio dal cielo incitante all’insubordinazione e all’insurrezione. Poiché un tale volo non era possibile per via diretta da Parigi a Milano, gli organizzatori pensarono al Ticino come base di partenza con la possibilità di contare sul sostegno della rete antifascista ticinese che faceva capo al consigliere di stato socialista Guglielmo Canevascini. Carlo Rosselli nel luglio del 1930 giunse in Ticino per gli ultimi preparativi dell’azione e si recò anche a Lodrino, la località scelta per il decollo dell’aereo, per seguire di persona la partenza di Giovanni Bassanesi e del suo giovane accompagnatore Gioacchino Dolci (1904-1991). Il giudice di pace lodrinese Carlo Martignoli, agricoltore proprietario di una masseria, socialista, fece falciare il prato per l’atterraggio e la partenza dell’aereo al suo domestico Angelo Cardis, pure di Lodrino. La zona del decollo si trovava nell’area di campagna pianeggiante non lontano dalla masseria e dal luogo dove sorgerà, nel 1943, l’aeroporto militare. La partenza avvenne il mattino dell’11 luglio 1930. Il lancio dei manifestini sulla città lombarda – sei testi per 150000 volantini di diverso colore- fu un grande successo e un atto di sfida riuscito contro un regime dittatoriale che vantava la sua inviolabilità, e che godeva in quel momento di riconoscimenti all’estero.
Di nuovo atterrato a Lodrino al ritorno dall’impresa, Bassanesi ripartì con l’aereo da solo, il giorno stesso, tentando di superare il Gottardo dove a causa del maltempo si schiantò rimanendo ferito, ma miracolosamente salvo. Questo portò all’arresto del pilota, al sequestro dell’aereo e ad un processo che per decisione del Consiglio federale si tenne davanti alla Corte federale di giustizia, a Lugano dal 17 al 22 novembre 1930. Le conseguenze politiche dell’azione si dispiegarono e si intrecciarono a tutti i livelli: rapporti tra la Confederazione e lo Stato fascista, tra Confederazione e Cantone, reazioni dei diversi partiti e schieramenti politici in Ticino e dei loro organi di stampa, con fronti contrapposti e reazioni popolari.
Il processo amplificò la portata del gesto dandogli risonanza e grande rilevanza internazionale. Nella sala del Consiglio comunale della città, davanti alla Corte penale federale presieduta dal giudice Agostino Soldati, comparvero Giovanni Bassanesi, Carlo Rosselli, Alberto Tarchiani e gli imputati ticinesi che avevano partecipato all’azione, tra cui Carlo Martignoli e Angelo Cardis. Va messo in rilievo il fatto che il collegio di difesa fu costituito, oltre che dal celebre penalista francese Vincent de Moro-Giafferi, da avvocati appartenenti a tutti i partiti politici di governo ticinesi. Nella sala erano presenti giornalisti di molti paesi d’Europa.
Contro la volontà del Consiglio federale, il processo divenne l’occasione di una denuncia pubblica del totalitarismo fascista che ebbe grande risonanza sulla stampa ticinese, nazionale e internazionale, fin negli Stati Uniti e in Argentina. In aula si ebbero interventi di altissimo valore, in particolare da parte di Carlo Rosselli, nella sua difesa, e di Filippo Turati e di Carlo Sforza, giunti a Lugano come testimoni.
La sentenza, con una limitata pena di detenzione e una multa inflitte a Giovanni Bassanesi
per contravvenzione alla normativa aerea svizzera, e con l’assoluzione di tutti gli altri imputati, suscitò un moto di partecipazione e manifestazioni di sostegno alla coraggiosa azione antifascista dentro e fuori l’aula.
Pochi giorni dopo, espressione della ragion di Stato, vi fu la decisione del Consiglio federale che decretò l’espulsione dalla Svizzera di Giovanni Bassanesi, Carlo Rosselli, Alberto Tarchiani.
Dopo il 1930 e un altro tentativo di volo dalla Germania, non riuscito, la vita di Bassanesi fu una solitaria e tragica lotta contro il fascismo, prima all’estero peregrinando da una città all’altra in diverse nazioni, poi, dal 1939, in Italia, subendovi persecuzione, più volte confino e reclusione in manicomio, dove morì nel 1947.
La memoria degli eventi del 1930 è sempre stata viva in Ticino, attraverso la stampa, gli studi, le commemorazioni. La prima commemorazione si ebbe nel 1960 a Lodrino, per i trent’anni dal volo. Per iniziativa di amici ticinesi e ginevrini e della consigliera federale Ruth Dreifuss, nel 1998 è stata posta una targa commemorativa alle pendici del Monte Crosa, dove l’aereo si schiantò. Tra le pubblicazioni in Ticino ricordiamo di Giuseppe Butti, Pasquale Genasci e Gabriele Rossi, L’aereo della libertà, Bellinzona 2002 e il recente numero della rivista Il Cantonetto, con una parte dedicata al processo (nn. 5-6, ottobre 2017). Nel 2010 è stata fondata a Lodrino l’Associazione Amici di Giovanni Bassanesi. Il 25 settembre dello stesso anno per iniziativa dell’Associazione un monumento fu inaugurato in occasione dell’Ottantesimo del volo. In quella ricorrenza il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano inviò alla manifestazione una medaglia commemorativa. Il sito dell’Associazione, www.amicigiovannibassanesi.ch, informa sulla sua nascita, sullo Statuto, sulle attività svolte annualmente e presenta anche un’ampia documentazione con testi, foto, interviste e video.
Ad Aosta l’11 luglio del 2017, la Regione Autonoma Valle d’Aosta ha ricordato Giovanni Bassanesi e la sua moglie e compagna di lotta Camilla Restellini con un convegno loro dedicato intitolato Il coraggio dell’antifascismo. Ricordo e omaggio a G. Bassanesi e a C. Restellini e con l’inaugurazione di una stele (v. La Valle d'Aosta in tv - Videos | Facebook, alla data 13 luglio).
Brenno Bernardi, pres. Associazione Amici di Giovanni Bassanesi.